Lettera al Maestro – di Greta La Torre

Buonasera Maestro,

ecco il “Mappazzone Quarantena Edition”.

Ci ho messo un po’ a capire come esprimere al meglio le mie intenzioni, ma dovevo pensare.

In quest’ultimo anno abbiamo affrontato grandi sfide, l’esperienza della Nazionale è stata senza ombra di dubbio la migliore che io potessi fare e ringrazio per la fiducia immensa che mi avete dato.

Ma questo già lo sapete.
Forse sbaglio, ma il punto è che questa posizione in Nazionale mi ha portato a sentire un forte senso di responsabilità nei confronti della Federazione e in particolare nei confronti dei miei compagni di GFA.
Non so per quanto ancora sarò un’azzurra però, grazie alle esperienze che abbiamo fatto in Romania e in Brasile, grazie ai miei compagni, ai coach e grazie a voi, ho capito cosa vuol dire esserlo, ho capito come deve essere un atleta della Nazionale FEISKA (azzardo un po’ di presunzione).
Non un atleta di una Nazionale qualsiasi, ma la nostra.
Rispetto, condivisione, unione, forza, capacità di allentare la tensione nella giusta misura, sostenersi a vicenda….

Aggiungerei anche imparare a conoscersi, perché ho capito che quando ci si allena, che sia per una gara individuale o a squadre, chi ti circonda è fondamentale.

Parto dal presupposto che, prima di atleti, siamo persone e non soldatini, ognuno gestisce le emozioni a modo proprio, e noi ne siamo la prova: chi aveva bisogno di un abbraccio, chi di un incoraggiamento o di insulti (falsi, si spera), chi di un semplice sguardo.. qualcuno ogni tanto chiedeva pure sberle, figuriamoci.

Tutto questo (e molto altro), oltre alla tecnica e alla precisione ovviamente.

Ma io credo che tutte queste caratteristiche, più in generale, facciano il karateka FEISKA.

La nostra è una Federazione che porta con sé prima di tutto dei valori, che stanno alla base del senso d’appartenenza  alla Federazione stessa. O no?

A mio avviso l’agonista deve esaltare questi valori e deve esserne l’espressione.

 

Il mio chiodo fisso è legato a questo. Approfittando del fatto che non siamo tantissimi e soprattutto che siamo il primo gruppo del GFA, vorrei che tutti riuscissero a sentire come me il motivo per cui si è lì, i valori e l’atteggiamento che ci appartengono e ci contraddistinguono dagli altri.

Se la Nazionale parte per un Campionato, mi aspetto che tutti gli atleti siano uniti nel far sentire il loro supporto, e non che pensino “va beh tanto sono stati scelti loro, io sto sereno”, perché prima o poi potrebbe toccare anche a loro.

Ovviamente non lo sto dicendo perché ora ci son dentro io, perché l’avrei pensato comunque, però, proprio perché ci sono dentro, sento la responsabilità di far qualcosa.
Unire prima di tutto. Secondo me il GFA va unito, e non dipende da voi maestri, ma da noi.

Come ci avete detto, spetta a noi dare l’esempio.

Forse è perché non ho ancora smaltito l’entusiasmo, ma credo fortemente che se quell’ atteggiamento è stato vincente per 11, può esserlo per tutto il gruppo.
Soprattutto in questa fase, che può definirsi ancora iniziale, della Federazione, contribuiremmo a costruire una base ancora più forte.
Quindi Maestro, forse ho scritto ovvietà, ma c’è una cosa che la matematica mi ha insegnato.. le cose che sembrano ovvie sono quasi sempre le più difficili da dimostrare.

 

Ora che le ho esposto il mio chiodo fisso, devo pensare al piano d’azione e sono certa che i miei compagni mi sosterranno e contribuiranno.
Anzi quale occasione migliore della quarantena per far vedere che, nonostante la distanza, noi ci siamo, il GFA c’è, la FEISKA c’è.

 

Vado avanti a pensare…

 

Oss Maestro

Grazie                                                                                                                                                                            Greta